Compagnia Teatrale Dracma

SECRET SACRET

Residenza artistica di studio e ricerca drammaturgica
(luglio 2021 - Durata 15 gg)

TeatriAlchemici - Ugo Giacomazzi, Luigi Di Gangi, Sergio Beercock

“Travolti da un terremoto emotivo che ha cancellato i nostri progetti in atto, tutti i laboratori con i ragazzi diversamente abili e le opere liriche in programmazione, abbiamo pensato che fosse il momento giusto per scendere da un treno fermato in una stazione dissestata e ripartire a piedi, da noi stessi, per un viaggio completamente imprevisto e inaspettato.
Il nostro duo ha quasi 15 anni di vita e questo stop ha rappresentato l’occasione giusta per confrontarci con il nostro modo di fare teatro e col senso che ad esso abbiamo sempre dato e che intendiamo ancora dare.
La figura di San Francesco, arrivata spontaneamente, si è imposta come punto di partenza di questa riflessione. Come una mina pronta a far esplodere un sistema tanto assodato da sembrare insostituibile, egli compie una delle più grandi rivoluzioni del suo tempo facendo rientrare la sua quasi eresia all’interno di un sistema incancrenito. Senza mirare a una rivoluzione ci siamo però imbattuti nella necessità di dare sempre più valore alle nostre idee spesso distanti da un sistema mainstream ma non per questo per noi meno valide. Eppure nell’azione di Francesco rivedevamo la forza di un’alternativa in cui abbiamo sempre creduto e che si è rivelata stimolo per pensare in maniera radicale e riscoprire il senso dell’origine. 
Quella della povertà è proprio la scelta del recupero dell’origine, laddove risiede il fondamento in cui le parole sono semplici e i gesti si stagliano sulla scena. Francesco più che nel verbo confida nella parola incarnata nell’azione, le sue storie più note riguardano gesti più che parole: il presepe di Greccio, la predica agli uccelli, la spoliazione in cui nudo abbandona la casa del padre e, per noi cosa più importante, la conversione del Lupo di Gubbio.
Questo ha fatto pensare a Francesco come a uno dei primi performer della storia. Un uomo che ha dato valore politico al corpo per recuperare la sua potenza d’azione. E il teatro è per noi ancora il luogo in cui l’azione può diventare simbolo, metafora, magia. Un’azione politica perché presente,
viva, corporea, anche se ritenuta inattuale, troppo antica, ma per noi necessaria contro lo spauracchio dell’irrilevanza e dell’invisibilità.
Così Francesco ci ha offerto il pretesto ma soprattutto l’esempio, non tanto cristiano quanto umano, di cosa voglia dire origine e povertà; e il rapporto con il Lupo ci ha informato che qualunque fosse il nostro fine dovevamo ricominciare da ciò che ci terrorizzava, dal nostro mostro interiore, che altro non è, una volta interiorizzato, che il nostro alleato più fedele, la nostra essenza, animalità imprevedibile, movimento visionario e danza dell’anima, bestiale, primordiale, folle, dissacrante.”

 

Così raccontano Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi la genesi di SECRET SACRET, progetto teatrale nato durante la prima quarantena obbligata dalla pandemia da covid-19. Le prime suggestioni, diventate note drammaturgiche durante l’ultimo anno, sono state rimodulate fino alla stesura definitiva  avvenuta durante le settimane di residenza a Polistena, anche  grazie al fondamentale contributo del musicista Sergio Beercock.

Durante le due settimane trascorse nel centro della Piana di Gioia Tauro, la compagnia ha coinvolto un gruppo di attrici e attori non professionisti e cittadini nella costruzione di un coro teatrale. Un coro di testimoni che ha aiutato i due artisti a strutturare un “rito”, una prima restituzione del lavoro (in anteprima all’interno della rassegna POPULARIA, organizzata da Dracma) che trae ispirazione dal contesto preaspromontano e dalle sue fiumare. Il rapporto tra Francesco e il Lupo prende vita, infatti, all’interno di una messa in scena caratterizzata dalla presenza di pietre di fiume (portate dai partecipanti al coro) e recuperate sulle colline che cingono Polistena.
Le pietre hanno rappresentato sia la relazione Francesco:Lupo=Uomo:Natura, sia le macerie che segnano il paesaggio di tanti borghi dell’Aspromonte e dalle quali Francesco farà nascere la sua Chiesa. “Nelle macerie sono nascosti tesori” dice il coro che si trasforma lentamente in un branco di lupi. “Nelle pietre è custodita la tua coscienza” dice Francesco che lotta tra la consapevolezza di essere un giullare e al contempo un santo.

"Nelle macerie sono nascosti tesori"