Nel triennio 2018/2020, col progetto rEsistenze, residenze teatrali della Piana di Gioia Tauro, si è deciso di sostenere progetti creativi di teatro contemporaneo incentrati, per temi di ricerca e poetica, verso l’impegno civile e l’approfondimento umanistico. Per l’annualità corrente i progetti proposti si ispirano al tema specifico della Diversità, che oggi sempre più rischia di diventare sinonimo di povertà piuttosto che di ricchezza. Il tema è affrontato in tutta la sua ampiezza di significato e nelle sue più singolari e possibili accezioni (diversità sessuale, sociale, culturale, biologica, religiosa, politica, ecc).
Dal 15 al 29 marzo, CRiB indaga il tema della diversità, spostando la lente d’ingrandimento sulla relatività del tempo, sulla percezione che sostituisce la realtà – o che ne rivela la complessa molteplicità – sulla soggettività come specchio della diversità, sulla metamorfosi come unico percorso possibile con il lavoro T=wins.
“una ricerca multidisciplinare che interroga le stelle per comprendere la relazione che intercorre tra ‘spazio’, ‘tempo’ e la nostra percezione del reale” a partire dalla storia vera della missione spaziale promossa dalla NASA che ha visto coinvolti i gemelli astronauti Scott e Mark Kelly e con l’obiettivo di indagare, tra le altre cose, gli effetti di un anno in orbita sul corpo umano.
All’interno della residenza, la compagnia incontra il territorio durante momenti specifici e attraverso laboratori gratuiti aperti al pubblico. Nello specifico, i giorni 17,18 e 24, 25 marzo dalle 18 alle 20 CRiB porrà ai partecipanti le domande: La parola e il movimento possono entrare in contatto? Quanto una influenza l’altro e viceversa? Si possono danzare le parole? Si può parlare con il corpo?
Durante i primi due giorni si lavorerà sul corpo e lo spazio, negli ultimi due sulla parola e i linguaggi multimediali seguendo il metodo di creazione di collettivo CRiB. Il laboratorio prova a rispondere ai quesiti basilari della danza, senza accostarsi alla sua forma più comune, come per esempio una coreografia, per trovare il proprio modo di essere perfomer e quindi di “ performare la propria identità ” attraverso la ricerca e l’espressione corporea in modo assolutamente libero.
Il laboratorio è accessibile anche a chi non si occupa di teatro o danza, ed è aperto a tutte le età.
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